martedì 19 maggio 2015

Bridget, autoritratto di una hippy, di Renata Morbidelli


 Ciao a tutti, mi chiamo Bridget.

Sono nata il 10 novembre del 1944 a San Francisco da genitori d’origine Irlandese. Vengo da una famiglia che verrebbe definita bizzarra. Nonostante siamo cattolici, non abbiamo perso il legame con le nostre origini celtiche e, dato che sono stata concepita il primo febbraio, i miei mi hanno dato il nome di Bridget in onore all'antica dea Brigit.

Fino a diciotto anni la mia vita è trascorsa in maniera tranquilla. Poi al primo anno d'università incontrai una persona che mi cambiò la vita. A marzo incontrai una giovane un po' più grande di me. Una trentenne che faceva da supplente alla nostra professoressa di filosofia in maternità.

Le sue lezioni si svolgevano all'aperto: spesso ci ritrovavamo in un grande spiazzo all'ombra dell'edificio, sedevamo sull'erba, sulle panchine, o dove capitava e, più che aprire i libri e leggere in maniera sterile il pensiero dei grandi pensatori, ce li presentava come se fossero stati vivi e presenti a rendere carne i loro pensieri.

Dopo gli esami di quadrimestre (ai quali l'intera classe prese voti altissimi) quando già tra alcuni di noi e Celine (questo era il suo nome) c'era una certa confidenza, ci invitò a passare alcune serate a casa sua. Tra una tazza di tè, una tisana rilassante e qualche dolce, ci raccontava delle sue esperienze, dei viaggi in India, dove aveva conosciuto una grande Maestra, dei suoi pochi, ma affascinanti, incontri con un filosofo bulgaro che era venuto a tenere conferenze anche negli Stati Uniti e della neonata filosofia della Nuova Era, soprattutto nel pensiero di una dei massimi esponenti…

Immediatamente compresi perché non si poteva parlare di queste cose a lezione e perché aveva invitato ad ascoltare queste sue esperienze solo coloro di cui si poteva fidare. Ciò che ci raccontava ed i brani che ci leggeva, anche se erano, in pratica, gli appunti di una giovane donna, trasudavano di esperienza e vissuto. Avevano carne e sangue. Ogni frase era carica di un'energia che si poteva quasi respirare, avvertire, toccare e si sentiva vibrare nell'aria.

La mia rivoluzione personale iniziò proprio lì... tra tè, tisane, biscotti e racconti, strappi e lacrime: di commozione, di dolore, di rabbia ed a volte anche di gioia. Mille domande s'affollarono tra la mente ed il cuore. Alcune trovarono una risposta nelle parole di Celine o degli altri alunni; altre stanno ancora vagando tra cuore e mente, ma una cosa l'ho capita: le dovevo andare a cercare facendo esperienza.

Passai mesi tra studio e rivoluzione personale. Poi una mattina di fine giugno, dopo aver dato il mio esame di filosofia, al quale presi A+, salutai i miei, li abbracciai e partii con una mia amica verso la libertà ed alla ricerca di me stessa.

Ho dato quell'esame per dimostrare ai miei quanto fosse proficuo studiare insieme a Celine ed alla sua classe. Me ne sono andata perché ho capito che la filosofia è efficace e porta frutti solo se fai esperienza, sulla tua pelle di quelle che, altrimenti, resterebbero solo parole imparate su un manuale.

Ho scelto di vivere all'aria aperta con gli hippy perché ho capito che la mia anima è parte integrante dell'universo fino a che un giorno (e questo è il mio desiderio) avrò trovato il mio equilibrio e la mia anima sarà in armonia con l'energia vitale dell'albero, dell'erba, dei fiori, degli animali, degli esseri umani e del vento… e per questo non c'è bisogno di aspettare di esalare il mio ultimo respiro.

Il mio spirito è in trasformazione. Sono in cammino per trovare me stessa e far danzare istinto, cuore e anima al ritmo della musica che vibra nel creato.

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