giovedì 30 aprile 2015

Libri: Lettori, i nuovi testimoni di Geova

di Sauro Nieddu

 Difficile spiegarsi il successo - almeno tra i lettori - delle campagne stile  #ioleggoperché




Strano come l'iniziativa #ioleggoperché abbia  ottenuto questo straordinario successo tra i lettori, o forse neanche così strano; dipende dal punto di vista con cui si guarda la questione e dal valore che si da alla lettura.

Ovviamente dal punto di vista di chi l'ha lanciata, l'AIE - Associazione Italiana Editori - tutta questa vicenda ha un senso ben preciso. Dopotutto vendere libri è il mestiere degli editori. Per lo stesso motivo si può capire l'adesione a questo tipo di iniziativa da parte degli scrittori, alla disperata ricerca di un pubblico che li degni di un minimo di considerazione.

Più difficile capire il motivo per cui quest'appello venga lanciato dai vari personaggi televisivi e/o attori di fiction da prima serata. Direi che dal loro punto di vista all'apparenza sia autolesionista. Chi rientra a casa dopo una massacrante giornata di lavoro, generalmente o si rilassa davanti alla Tv oppure si rilassa davanti a un bel libro. Difficilmente un poveraccio provato dal logorio della vita moderna riesce a trovare il tempo e la concentrazione per entrambe le cose: farsi figo con un'immagine culturalmente impegnata vale il rischio di perdere il proprio pubblico? Al loro posto farei molta attenzione, coi tempi che corrono, se si perde il lavoro ci sono ottime possibilità di restare a lungo disoccupati.

Ancora più difficile capire perché un comune cittadino-lettore, debba impegarsi tanto per convincere alla lettura chi invece non è minimamente interessato a questa pratica arcana.

Ci sono due cose che mi hanno colpito di questa messa in scena. La prima riguarda i dati dell'Istat sui lettori. Se è vero che solo il 40% e spiccioli degli italiani ha letto almeno un libro nell'ultimo anno e che i lettori forti, cioè chi ne ha letto almeno dodici, poco più del 14%. Com'è che sui social sembrava che in Italia il 150% della popolazione non possa fare a meno dei libri? Misteri della matematica.

La seconda  riguarda i testimoni di Geova. È cosa nota che costoro, nella considerazione popolare, non siano in assoluto tra le categorie più amate, al punto che molti si dotano dell'apposita immaginetta da apporre accanto al campanello per scongiurarne lo squillo molesto. Perché questo astio per i poveri testimoni? Branco di assassini? Ladri? Delinquenti di ogni sorta? Macché, fanno proselitismo, cioè cercano di portare la gente dalla loro parte, nient'altro. Questo è sufficiente a creare l'avversione generalizzata.

Ora, non si rendono conto questi lettori, che ad appoggiare #ioleggoperché si rischia di fare la stessa fine? Cosa vogliono, i lettori, ridursi a diventare una minoranza disprezzata e discriminata a causa della loro pesante insistenza? In realtà, amici lettori, che vi frega se il vostro vicino di casa, il vostro collega in ufficio, chi vi cambia le gomme della macchina, legge un libro, o dieci, o cento all'anno? Niente, per cui fatevi gli affari vostri, leggete se ne avete voglia, non leggete se non vi va, ma non state a scassare i maroni a chi non ha nessun interesse verso la letteratura. Anche perché a un certo punto ci potrebbe essere una reazione.

Nel migliore dei casi i non-lettori potrebbero organizzarsi nella contro-campagna #iononleggoperché, e dato che loro sono la maggioranza, per voi sarebbero guai grossi. Io stesso che pure qualche libro lo leggo non farei fatica a trovare delle ottime argomentazioni contro la lettura.

#iononleggoperché... Preferisco il sesso

#iononleggoperché... Se gli togliessi il libro, il tavolo tornerebbe a ballare

#iononleggoperché... Non voglio fare la fine di Leopardi (a scuola mi hanno detto che è diventato gobbo, semi-cieco e storpio a forza di star chino sui libri)

#iononleggoperché... meglio stare all'aria aperta

Nel peggiore dei casi invece si potrebbe approdare allo scenario apocalittico immaginato da Bradbury in Fahrenheit 451.

 Come, non lo hai letto? Ma dai, che ignorante, è un libro fondamentale! Non capisco come abbia potuto vivere senza leggerlo. Figurati che l'ho letto la prima volta a dodici anni e da allora lo rileggo almeno una volta all'anno. Niente scuse, se vuoi te lo presto io. Basta che ti lavi bene le mani prima di aprirlo e non mi faccia le orecchie alle pagine. Sai, è un edizione a cui tengo molto perché...



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